giovedì 6 agosto 2009

Mobbing a acuola


Mobbing a scuola Pare che al mobbing in Italia non si dia ancora tanta rilevanza e attenzione rispetto al resto dell' Europa, eppure è diffusissimo nei vari ambienti di lavoro e reca danni devastanti alle persone che ne rimangono vittime. Forse qui da noi ( in Campania) è la nostra proverbiale omertà che ci induce a far silenzio anche su questo micidiale e silenzioso male, che mira ad annientare le persone al fine di zittirle se combattono una giusta causa o per appropriarsi del loro ruolo, oppure per invidia della loro crescente affermazione. Il mobbing è, nell'accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato, né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell'insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza. Il mobbing non è una malattia ma può esserne la causa. La patologia psichiatrica più frequentemente associata è il disturbo dell'adattamento; esso si compone di una variegata sintomatologia ansioso-depressiva reattiva all'evento stressogeno. Fra le conseguenze rientrano la perdita d'autostima, depressione, insonnia, isolamento. Il mobbing è causa di cefalea, annebbiamenti della vista, tremore, tachicardia, sudorazione fredda, gastrite, dermatosi. Le conseguenze maggiori sono disturbi della socialità, quindi, nevrosi, depressione, isolamento sociale e suicidio in un numero non trascurabile di casi. In Italia il numero di vittime del mobbing è stimato intorno a 1 milione e 200 mila, che salgono a 5 milioni se si considerano anche le famiglie. In Svezia e Germania circa mezzo milione di persone hanno dovuto ricorrere al prepensionamento o a cliniche psichiatriche a causa del mobbing. Negli ultimi dieci anni i casi di mobbing denunciati hanno avuto un incremento esponenziale. Il mobbing ha un forte costo sociale stimato il 190% superiore al salario annuo lordo di un dipendente non mobbizzato. In Svezia si stima che il mobbing sia causa di un 20% dei suicidi. Nei primi anni '90, lo psicologo svedese tenne in Italia una serie di conferenze che diedero inizio al dibattito nazionale sul mobbing con una decina d'anni di ritardo rispetto a Svezia e Germania. Leymann estese il dibattito sul mobbing dapprima in Germania e poi nel resto dei Paesi UE. In Italia non esiste una legge in materia di mobbing e quindi il mobbing non è configurato come specifico reato a sé stante. Gli atti di mobbing possono però rientrare in altre fattispecie di reato, previste dal codice penale, quali le lesioni personali gravi o gravissime, anche colpose che sono perseguibili di ufficio e si ritengono di fatto sussistenti nel caso di riconoscimento dell'origine professionale della malattia. La legge italiana disciplina anche il risarcimento del danno biologico, associabile a situazioni di mobbing. La più frequente azione da mobbing consiste nel dequalificare il lavoratore per demotivarlo, farlo ammalare e costringerlo alle dimissioni, considerando che, sul piano giuridico, il demansionamento é vietato perché costituisce sempre lesione del diritto fondamentale alla libera esplicazione della personalità del lavoratore nel luogo di lavoro, tutelato dagli artt. 1 e 2 della Costituzione; il danno che ne deriva è suscettibile di per sé, di risarcimento (Cass. sez. lav. 12 nov. 2002, n. 15868; Corte d’Appello di Salerno, sez. lav., 17 aprile 2002). Purtroppo, chi scrive ne è vittima e sta avviando una causa per mobbing. La gravità di quanto espone sta nel fatto che l’ ambiente di lavoro in causa è quello di una scuola primaria, con l’ aggravante, perciò , di essere la seconda agenzia socializzante per eccellenza , dopo la famiglia, e di occuparsi di una fascia d’ età troppo importante per la formazione dell’ individuo. Le mie colpe? Combattere l’ illegalità per il bene dei bambini e della comunità. Ho denunciato a destra e a manca quanto accadeva, era l’ unico modo per poter interrompere meccanismi ormai consolidati. E’ tutto estremamente doloroso per me, non ho mai avuto intenzione di fare danno a persone nelle mie denunce e richieste di aiuto, né ho mai desiderato riconoscimenti e gloria. Le mie gratificazione le ho puntualmente ricevute, in tutti questi anni di lavoro, semplicemente lavorando con serietà e responsabilità, ottenendo in cambio grandi risultati con gli alunni e consensi dalle famiglie, famiglie di zone disagiate periferiche, bisognose di aiuto e comprensione. Un grandissimo risultato è stato quello di aver mandato un alunno disabile grave, che per cinque anni aveva avuto insegnanti di sostegno con rapporto uno a uno, alla scuola media senza sostegno, proprio grazie alle mie tecniche di Fantasia Guidata e al lavoro svolto con i genitori. ( Alla mia scuola non mi hanno mai permesso di spiegare il lavoro svolto, non interessavano i risultati ottenuti). So bene che queste cose non fanno notizia, viceversa la fanno il bullismo, le violenze sessuali compiute da minorenni e le altre sconcertanti situazioni di degrado morale, culturale e sociale che affiorano continuamente in ogni angolo. Non vogliamo assolutamente ammettere che per sconfiggere gli attuali orrori è necessario rivedere il nostro sistema educativo, come affermano gli studiosi, trovo significative le parole di Giovanni Bollea - Le madri non sbagliano mai - Ed. Feltrinelli. " Succede in ogni epoca di incertezza, e questa lo è: disturbi comportamentali, difficoltà di apprendimento... Ma quelle che mi fanno più paura sono le sindromi senza nome, che sfuggono la diagnosi. I ragazzi di oggi ci sembrano più maturi, in effetti lo sono: ma alla precocità cognitiva non corrisponde la precocità emotiva, e questo stacco è pericoloso: sono ragazzi intelligenti e fragili, senza guida". Chi può colmare quello stacco? "Io credo ancora ai due grandi pilastri dell’educazione. La scuola e la famiglia. Ma li vedo entrambi in grande difficoltà". Cosa non va nella scuola italiana? "E' una delle migliori al mondo per programmi e contenuti. Ma rischia di essere inutile, chiusa in se stessa, senza una fortissima iniezione di società". Alla base, quindi, interessi economici, quel “sistema” che negli ultimi anni ha invaso ogni campo delle nostra vita sociale e politica. Trovo profonda la riflessione di Francesco Paola Casavola sul “ Mattino “ del 3 gennaio, parlando del caso “ Napoli”, “in politica dovrebbe funzionare il tribunale della coscienza, ma per avere questo richiamo bisognerebbe averla e averla educata a principi e regole inderogabili. O la religione o un’etica laica si adoperavano un tempo a strutturare la coscienza personale, in assenza della quale la voce pubblica ti dava per amorale, immorale, disonesto….. Oggi ci si guarda dal mettere insieme intimità della coscienza e pubblicità della politica. Sarebbe esercizio retorico e di ingenuo moralismo. Il canone etico è quello del successo, di se stessi o della propria parte…… in ogni caso la politica è mestiere, non vocazione, per usare la distinzione di Max Weber, agli inizi del secolo scorso. E siccome è la politica a rispecchiare la società, una volta che essa abbia bandito l’ onestà per premiare altre e opposte virtù, ne nasce quell’ effetto statistico, che si sintetizza nella formula, apparentemente ironica, ma profondamente amara ,della <<>>. Sono gli onesti che sono additati come una minoranza che dà scandalo e, dunque, da emarginare ed isolare in una banda ….. Come la nota legge di Gresham, secondo cui la moneta cattiva scaccia la buona, così gli affaristi scacciano dalla politica i meritevoli, competenti e disinteressati….. Si tratta di rifondare la politica su codici morali che investano convinzioni e comportamenti privati e pubblici di quanti vi si voglia dedicare per servire il bene comune….. ci vogliono regole di rigorosa trasparenza di ogni atto di amministrazione” . Purtroppo questa logica è entrata anche nella scuola, senza nulla togliere ai tanti che si sacrificano disinteressatamente per il suo buon funzionamento, e in tante altre amministrazioni ed è necessario correre ai ripari. A questo punto preferisco far parte della <<>>e di essere scacciata dagli affaristi della mia scuola, ma non senza l’ amarezza per non essere riuscita a contagiare queste persone con le mie “ fisime”, per usare le parole di colleghi, di onestà, responsabilità,legalità e amore per la scuola e per i bambini. Andrò avanti legalmente, ma, lo ripeto, non per desiderio di vendetta o di punizione, ma esclusivamente perché mi sta troppo a cuore il futuro della scuola e dei bambini tutti, alunni e futuri nipoti, e spero che il mio sacrificio contribuisca ad evitare che situazioni di questo tipo, estremamente dannose per il futuro di rinascita in cui ancora speriamo, non si ripetano mai più. Sarà un percorso duro e dolorosissimo, per il fatto che forse nessuno si schiererà apertamente dalla mia parte, ma con l’ aiuto di Dio lo percorrerò anche da sola. E’ stata sconvolta, senza esitare, la mia vita solo per aver fatto fino in fondo il mio dovere e per avere sempre , senza mai cambiare rotta, ostacolato le illegalità. Trentatrè anni di onoratissimo servizio, infangato senza pietà da persone che hanno sviluppato solo competenze delinquenziali all’ interno di una nobile Istituzione. Ho deciso di andare fino in fondo, non per me, ma per il futuro della nostra comunità e per chi non ha la mia forza, affinchè non siano annientate altre innocenti persone e ad evitare che si diffonda un messaggio negativo: “ Ecco cosa succede a chi si oppone o ostacola, meglio farsi i fatti propri e andare avanti”. No! Alla rinascita della Campania servono altri messaggi! Mettiamocela tutta e tutti insieme per riuscirci. Pipaola

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